Qual è il rapporto tra Atene e il suo teatro? E cosa comunica una tragedia greca alla collettività e agli individui? Sulla scena teatrale gli eroi parlano spesso con il linguaggio degli ateniesi contemporanei e si dividono su problemi che rispecchiano l’esperienza quotidiana dei cittadini. È quel meccanismo che già gli antichi definivano «anacronismo»: il cortocircuito tra mito e realtà, passato eroico e attualità politica, leggenda poetica e vita di ogni giorno. L’anacronismo è il nodo chiave dell’espressione tragica. Non può essere ridotto a un banale rispecchiamento della cronaca né inquadrato in una generica relazione con l’ideologia della “polis” democratica. È invece un gioco drammaturgico complesso che crea sulla scena un tempo sospeso e irrisolto; è una lente deformante che trasforma sia il mito sia la realtà in dimensioni inquietanti e inafferrabili. La tragedia del V secolo a.C. parla sempre di Atene. Ma ne parla in un modo paradossale che trascende la dimensione politica: il teatro diventa il luogo di una trasfigurazione del reale che apre squarci sulle dimensioni più oscure ed enigmatiche dell’esistenza. Il raffinato gioco di contrappunti tra mito e attualità richiede di essere decifrato mediante un’analisi ravvicinata dei testi.
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Titolo: Atene in scena. Mito e attualità nella tragedia greca
Autore:
Giorgio Ieranò
Editore: Einaudi
Data di Pubblicazione: 2025
Pagine: 304
Formato: copertina-morbida
ISBN: 9788806245061