La fatica di essere pigri

Gianfranco Marrone

In un'epoca che glorifica incessantemente la prestazione, riempiendo ogni momento della nostra vita di gesti carichi di necessità produttive, non far nulla è tutt'altro che evidente.«La maggior parte delle persone, di fronte all'abisso di tempo libero che si è spalancato, è rimasta attonita, paralizzata, catatonica» - Marino Niola, RobinsonLa storia della pigrizia ha radici antiche, incrociandosi con l'ozio e con l'accidia. L'ozio è padre di tutti i vizi, ma anche virtù del letterato che sfugge alle costrizioni del lavoro. Analogamente l'accidia è vizio capitale, meno grave però di altri comportamenti considerati riprovevoli. Intere classi sociali ne fanno il loro vanto, altre la deridono, altre vi aspirano. E molti sono i racconti che riguardano la pigrizia, facendone ora una proprietà caratterizzante certi personaggi (da Oblomov a Paperino) ora un atteggiamento di ribellione contro le società moderne (da Stevenson a Lafargue, da Russell a Barthes). In gioco, è la rivendicazione di stanchezza, il desiderio di riposo, l'esigenza del non voler fare. Morale: difficile essere pigri. Bisogna faticare per riuscirci. In un'epoca che glorifica incessantemente la prestazione, riempiendo ogni momento della nostra vita di gesti carichi di necessità produttive, non far nulla è tutt'altro che evidente. Per questo va perseguito, rivendicato come un diritto, praticato come esercizio di libertà.

Prezzo:14,00

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Titolo: La fatica di essere pigri
Autore: Gianfranco Marrone
Editore: Cortina Raffaello
Data di Pubblicazione: 2020
Pagine:
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ISBN: 9788832851625