Che fine hanno fatto i contrabbandieri con i banchetti delle 'bionde'? Anche se lo stereotipo li colloca ancora sullo sfondo del Vesuvio, bisogna oramai parlare di male vite, al plurale, e della loro globalizzazione. Nuovi protagonisti hanno intrecciato, tra crimine-politica-economia, una rete di legami internazionali "non solo con il mondo criminale ma con i centri di riciclaggio dei capitali, con i nuovi poteri ufficiali, con le nuove entità statali sorte dopo l''89 all'est e dopo le guerre nell'area balcanica. Ed è proprio della crisi balcanica - scrive Gianfranco Bettin nell'introduzione - che i nuovi clan riescono ad approfittare". Alessandro Leogrande ricostruisce, dall'ascesa al declino, la storia del grande business delle sigarette di contrabbando: da una parte all'altra dell'Adriatico, dai forzieri della finanza internazionale alle periferie pugliesi, dalla Philip Morris alla sacra corona unita (la più giovane delle mafie nostrane) alle nuove mafie dell'est, dalle aule dei tribunali a quelle della politica, dalla percezione del crimine alla lotta a esso, per giungere al suo ruolo nelle trasformazioni della società italiana e del suo costume: "questa capacità di leggere la complessità del nuovo crimine e la modernità delle sue radici - conclude Bettin - rappresenta il contributo principale di questo libro".
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Titolo: Le male vite. Storie di contrabbando e di multinazionali
    Autore: 
        Alessandro Leogrande, 
        Gianfranco Bettin
    Editore:  L'Ancora del Mediterraneo
    Data di Pubblicazione:  2003
    
    Pagine: 192
    Formato: Brossura
    ISBN: 9788883251108