Samuele Bersani. Chiedi un autografo all'assassino

Marco Ranaldi

Figlio di "un Pink Floyd di Cattolica", di un flautista che "ha dedicato tutta la sua vita al rapporto tra uomo e suono", ascoltava Segovia sul seggiolone. E' stato svezzato tra un corso di musica barocca e uno di musicoterapia. Tra i primi ricordi, concerti di Conte, Jannacci, Battiato, e di certi sperimentalisti che piacevano tanto a mamma e papà. A cinque anni, fu buttato su un palco con gli Inti Illimani a cantare "El pueblo unido". Dagli otto ai quindici, prese lezioni di pianoforte a Rimini, dal Maestro Speranza, esigente da panico. Il primo disco che acquistò con la paghetta fu "Zerolandia" di Renato Zero. Aveva la fissa delle colonne sonore degli sceneggiati tv: "Joe Petrosino", "La Baronessa di Carini", "Il segno del comando"... Figlio unico, non avendo mai praticato sport a livello agonistico, non avendo mai avuto il motorino, disponendo solo di alcuni strumenti e di un grande talento, musicale e linguistico, cosa poteva fare nella vita un ragazzo come Samuele Bersani? Canzoni, niente altro che canzoni. Marco Ranaldi ci guida "attraverso testi e parole e una ricca intervista" sulla strada che ha trasformato un "fenomeno teenageriale" in un autore di grande raffinatezza e successo.

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Titolo: Samuele Bersani. Chiedi un autografo all'assassino
Autore: Marco Ranaldi
Editore: Zona
Data di Pubblicazione: 2004
Pagine: 144
Formato: Brossura
ISBN: 9788887578782