Bottino di guerra. Il giallo dei quadri razziati dai nazisti e deportati a Belgrado

Bottino di guerra. Il giallo dei quadri razziati dai nazisti e deportati a Belgrado

La truffa viene preparata per mesi e si consuma in due giorni, il 2 e il 10 giugno 1949, quando 166 oggetti lasciano per sempre il palazzo di Monaco di Baviera dove gli Alleati avevano stipato l’arte saccheggiata dai nazisti nei Paesi occupati. Li ha portati via con l’aiuto della moglie il croato Ante Topic Mimara, mezza spia e mezzo imbroglione, accreditandosi come rappresentante jugoslavo. I beni raggiungono Belgrado e vengono incamerati dal Museo nazionale. Qui rimangono per anni, catalogati e restaurati con l’aiuto del Governo italiano e di alcune Sovrintendenze. Una collaborazione che porta quei dipinti “ricercati” in mostra, anche a Bologna. Nasce così una incredibile indagine, sulle tracce di opere di artisti importanti, come Tintoretto e Carpaccio. Otto, ma probabilmente di più.
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