Le cose della guerra

Le cose della guerra

Le cose della guerra, che la Fondazione Valla pubblica con l'ampia introduzione di Andrea Giardina, è stato scritto nel quarto secolo dopo Cristo, probabilmente sotto l'imperatore Costanzo II. Non sappiamo chi l'abbia composto: certo qualcuno che si era ritirato a vita privata dopo che significative esperienze nell'amministrazione civile; e, come un dilettante stravagante e geniale, sollecito del bene della patria, voleva soccorrere coi suoi consigli l'imperatore e l'impero. Il testo, sempre secondo Santo Mazzarino, ha un'importanza capitale per lo studio dell'economia tardo-antica. L'anonimo parla delle largizioni smodate dello Stato, del crescente depauperamento delle classi inferiori, della disonestà dei governatori, della contraffazione della moneta aurea, della necessità di una riforma della ferma militare. Il lettore non specialista rimarrà affascinato soprattutto dalle descrizioni di macchine belliche (a metà tra reali e fantastiche), che hanno avuto un ruolo di primo piano nella storia del pensiero tecnologico. La liburna, il carro falcato, la ballista a quattro ruote, la ballista fulminante, il ticodifro, il ponte di otri, lo scudo chiodato, la plumbata tribolata, il toracomaco vengono descritti con puntiglio realistico e, insieme, con una specie di incanto fantastico, come se fossero ircocervi o ippogrifi. Le riproduzioni di alcune bellissime illustrazioni appartenenti a un codice del quindicesimo secolo impreziosiscono il volume.Edizione con testo a fronte.
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