Metafisica della sessualità

Metafisica della sessualità

Rivendicando a sé l'originalità di aver trattato per primo in termini filosofici l'argomento, tutt'altro che frivolo, della sessualità, Schopenhauer sviluppa in questo breve saggio alcuni principi che avranno un influsso su Bergson e Freud. Smaschera in modo crudo, anche se non del tutto privo di implicazioni positive, l'essenza del sentimento amoroso, in cui la volontà di vita e di autoperpetuazione della specie nelle generazioni future raggira, tra felicità e dolore, il desiderio degli amanti. Una realtà in cui persino il lieto fine sancisce non il trionfo delle ragioni del cuore, ma quello del genio della specie e della sua volontà di vivere. E nella stessa luce vengono provocatoriamente viste anche l'omosessualità e la pederastia. Pur nel feroce pessimismo che lo anima, questo breve saggio lascia però trapelare qualche raggio di luce: l'amore per l'umanità sofferente, la simpatia del filosofo per la follia degli innamorati, che rende meno terribile la vertiginosa idea della pedestinazione degli incontri amorosi, come se i due amanti fossero chiamati dalla creatura che dalla loro unione nascerà.
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