Donna contro donna. Rivalità, invidia e cattiveria nel mondo femminile

Donna contro donna. Rivalità, invidia e cattiveria nel mondo femminile

"Uno strano silenzio circonda la disumanità della donna verso le proprie simili" scrive Phyllis Chesler nell'Introduzione. "Le femministe hanno perlopiù taciuto; io stessa ho taciuto: semplicemente perché è troppo doloroso ricordare i tradimenti subiti per mano femminile, oppure perché è troppo difficile analizzare le modalità con cui le donne, me compresa, collaborano a distruggere altre rappresentanti del loro genere." Spesso le donne sono spietate protagoniste di una violenza declinata al femminile - fatta di rancori e rabbie ancestrali, ostracismi e feroci pettegolezzi, invidie e rivalità, amicizie spezzate o mai nate - che, nonostante le lotte e le conquiste del femminismo, non solo ha consentito alla cultura maschilista dominante di rimanere radicata nella società, ma di fatto ha anche contribuito ad alimentarla e legittimarla. In questo libro Phyllis Chesler dà voce a un fenomeno solitamente negato dalle stesse donne le quali, oppresse dal sistema patriarcale, hanno bisogno di credere nella presunta bontà e gentilezza delle proprie simili per non sentirsi sole in un mondo ostile. L'indagine si snoda fra le più recenti conquiste della ricerca scientifica - dalla psicoanalisi alla psicologia dello sviluppo, dalla primatologia all'antropologia - per poi passare in rassegna i miti e le fiabe, i romanzi e le biografie, nonché la storia del movimento delle donne e le conclusioni tratte dalle centinaia di interviste effettuate dall'autrice nel corso di oltre vent'anni. E' una lettura coinvolgente, non di rado amara, che aiuterà le donne a conoscersi, stimarsi e amarsi reciprocamente, rischiarando la faccia oscura, più arcaica, dell'universo femminile. "Vorrei far capire alle donne che, nonostante i vincoli d'amore e di fiducia che ci legano, collettivamente siamo poco umane, talvolta persino crudeli e sadiche le une con le altre e che questa crudeltà è potente, dolorosa, paralizzante. Dare un nome a tutto ciò, riconoscerlo, significa compiere il primo passo verso il cambiamento."
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