Anabasi di Alessandro. Testo greco a fronte. 2.

Anabasi di Alessandro. Testo greco a fronte. 2.

Nel 2001, la Fondazione Valla pubblicò il primo volume dell'"Anabasi di Alessandro", il più scrupoloso testo storico su Alessandro, a cura di Francesco Sisti. Questo secondo volume, curato da Francesco Sisti e Andrea Zambrini, comprende la parte più bella dell'Anabasi: l'episodio della spedizione in India, il drammatico ritorno, gli ultimi progetti e la morte, preceduta da una serie di sinistri presagi. Il 29 maggio del 323, a Babilonia Alessandro partecipò ad un banchetto in onore di Nearco, che doveva partire con la flotta verso l'Arabia. La notte era ormai avanzata e Alessandro stava per tornare nelle sue stanze quando un amico lo invitò ad un altro banchetto, dove rimase tutta la giornata, bevve a lungo, fece il bagno e giocò a dadi. Il giorno dopo aveva la febbre, probabilmente malaria. Da principio, la febbre lo assalì per qualche ora: poi non lo lasciò più, e diventava sempre più alta. Inquieto come gli infermi, Alessandro cambiava continuamente letto e luogo. Una barella lo condusse sino all'Eufrate e una nave lo trasportò sull'altra riva, dove i suoi ufficiali lo lasciarono nel 'Paradiso', la residenza estiva di Nabucodonosor. Anche in questi ultimi giorni, Alessandro governava l'impero. Discusse la nomina di nuovi ufficiali, e discorse a lungo con Nearco sulla spedizione navale attorno all'Arabia, alla quale pensava di prendere parte, quasi non avesse compreso che la vita stava per lasciarlo. Continuava a compiere i suoi doveri religiosi. Il 7 giugno, non aveva più voce. Quando i generali entrarono nella sua stanza, li riconobbe, ma non poté rivolgere una parola a nessuno di loro. Anche i soldati vollero rivederlo. Le porte del palazzo furono spalancate e tutti i soldati sfilarono in silenzio davanti al suo letto. Egli li salutò silenziosamente, uno per uno, muovendo il capo a fatica e facendo un cenno con gli occhi, come se cercasse di raccogliere per l'ultima volta nella memoria quei visi che stavano per abbandonarlo. La sera del 10 giugno morì. Il suo fuoco diede un ultimo guizzo, poi si consumò e si spense. Le immagini, che aveva legato tra loro e a sé stesso con tanta violenza, tornarono a separarsi. Testo critico a cura di Francesco Sisti. Commento a cura di Francesco Sisti e Andrea Zambrini.
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