Beatissimo padre. Lettere a Pio XII

Beatissimo padre. Lettere a Pio XII

Tra il 28 aprile 1952 e il dicembre 1958, Giorgio La Pira scrive a Pio XII e a due dei suoi più stretti collaboratori 149 lettere che illustrano la riflessione tanto originale quanto profetica di un "costruttore di pace". In questi scritti, qui pubblicati per la prima volta, emergono grandi prospettive politiche e umane accanto al racconto di eventi maggiori e minori della vita di un protagonista del Novecento. I temi affrontati ed esposti all'attenzione del Papa vanno dalla crisi delle fabbriche fiorentine all'interesse ricambiato da La Pira per Mosca, dall'elaborazione di una nuova cultura della pace nel mondo all'intuizione dell'importanza del Mediterraneo come spazio specifico della politica estera italiana. L'allora sindaco di Firenze scrive a Pio XII di un mondo in profonda trasformazione in cui emergono nuove realtà sociali, dal blocco comunista alla variegata realtà araba fino ai paesi del Terzo Mondo: vuole informarlo direttamente di quello che sta accadendo, coinvolgerlo nelle sue interpretazioni degli eventi, parlargli con franchezza dei problemi che sorgono all'interno della Chiesa. La lettera per lui è un modo per condividere pensieri e preoccupazioni, analizzare fatti e comunicare impressioni, ma soprattutto è un "documento di verità". Siamo insomma ben lontani da uno stile allusivo e diplomatico. Nonostante le molte divergenze, Pio XII e Giorgio La Pira condividono l'obiettivo di un cattolicesimo che avverte le proprie responsabilità storiche verso l'Europa e verso i paesi emergenti. Il messaggio della Chiesa cattolica resta per entrambi estraneo al bipolarismo e mantiene inalterata la sua vocazione universale. Assieme alla corrispondenza diretta al pontefice vengono qui raccolte anche alcune lettere a monsignor Montini e a monsignor Dall'Acqua, intimi collaboratori di papa Pacelli, con cui La Pira ha un rapporto più confidenziale e amichevole. Quello che ne risulta è un dialogo in cui l'uomo politico si confronta con gli stimoli alla riflessione che gli vengono dalle autorità ecclesiastiche. In un alternarsi di entusiasmi e delusioni, di difficoltà e speranze, prendono forma la vita interiore e insieme il pensiero speculativo di una straordinaria e insolita voce del panorama culturale italiano.
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