Russian psycho

Russian psycho

Vadim Apletaev si è ormai lasciato alle spalle i sogni di gloria che avevano cominciato a girargli per la testa in seguito ai successi ottenuti al liceo e all'università, e ai lusinghieri esordi giornalistici per il quotidiano della sua città. Adesso, a ventisei anni, non è più nessuno: realizza testi pubblicitari, comunicati stampa e altre mestizie per la più importante banca di Riga. Il lavoro è noioso, claustrofobico, frustrante; l'unico divertimento che occupa ossessivamente le sue giornate è un videogame cruentissimo e ipnotico nel quale capi, capetti e caporioni della banca vengono fatti a pezzi, massacrati, uccisi... Progressivamente, il confine tra realtà e mondo virtuale si va annullando e Vadim si immedesima sempre più nell'eroe del videogioco. Un giorno viene sorpreso mentre sta scrivendo un'e-mail piena di insulti contro i suoi superiori: in preda a una furia incontrollabile ammazza il suo accusatore. Poi è la volta di una guardia giurata che lo aveva visto sbarazzarsi del corpo e che lo ricattava. Far fuori la gente si rivela facile come giocare con il computer (o come spostare soldi da un conto all'altro), e allora Vadim si abbandona alla sua attività di killer, uccidendo chiunque gli dia fastidio. Quando poi si ritrova invischiato nelle operazioni poco legali della banca, che in realtà ricicla capitali per conto di mafiosi, finisce per perdere ogni contatto con il mondo concreto della normalità quotidiana. Ma dove finisce la realtà e dove comincia la fantasia? E la vita non è davvero altro che un enorme videogioco? "Russian Psycho" è un romanzo crudo e fortissimo che unisce le atmosfere visionarie del miglior Palahniuk ai ritmi febbrili di Tarantino, immergendo il tutto nell'assurda atmosfera, caotica e freneticamente amorale, del mondo post-sovietico.
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