La città degli uomini. Cinque riflessioni in un mondo che cambia

La città degli uomini. Cinque riflessioni in un mondo che cambia

Fausto Bertinotti affronta in questo libro con rigore e lucidità i temi cruciali del mondo contemporaneo: la crisi della democrazia, la globalizzazione e la mobilità sociale, la guerra e il terrorismo, le relazioni fra l'Europa e gli Stati Uniti, la funzione della politica nella nostra società e il suo rapporto con l'etica. Le sue posizioni sono chiare e spesso controcorrente, e la sua critica a molti dei luoghi comuni che si sono imposti negli ultimi anni è radicale. A differenza di quanto spesso si sostiene, da qualche decennio a questa parte il tasso di democrazia si è ridotto in modo significativo. Se negli anni Sessanta e Settanta la partecipazione popolare al potere pubblico ha ricevuto la massima spinta propulsiva, oggi si sono affermate - e vanno affermandosi sempre di più - nuove istituzioni, dalla natura sovranazionale e sottratte al controllo dei cittadini, che influenzano pesantemente la vita di ognuno di noi e che, dietro la maschera di una pretesa neutralità tecnica, sono in realtà controllate da poteri forti. Un tale contesto condiziona e mette a rischio anche lo sviluppo del progetto europeo, che dovrebbe diventare, per poter ottenere il consenso popolare, uno strumento di allargamento anziché di riduzione dell'ambito democratico, come troppo spesso è apparso. D'altra parte, proprio la crisi dei nostri meccanismi democratici rende paradossali e del tutto prive di legittimazione le pretese di una parte dell'Occidente di esportare la libertà in altri ambiti geopolitici. Del resto, è il concetto stesso di Occidente che dovrebbe essere ripensato, in modo da esaltare le caratteristiche peculiari dell'Europa in cui, al termine di un processo lungo e doloroso e attraverso due guerre mondiali, ha preso corpo una concezione forte del pacifismo e del dialogo interculturale. Inoltre, in un momento in cui le regole degli assetti economici esistenti vengono presentate come leggi immodificabili dell'economia, Bertinotti propone di muoversi decisamente in favore delle classi lavoratrici, sostenendo l'allargamento dei consumi contro il conflitto fratricida tra i poveri del mondo determinato dalle logiche ultraliberiste, e offrendo sicurezza e stabilità al lavoro in una stagione nella quale la flessibilità ha sostituito la parcellizzazione come strumento di controllo e penalizzazione del proletariato. I giudizi sulla stagione politica che stiamo attraversando non sono però tutti negativi, né manca la speranza. Bertinotti riconosce nei movimenti no global e nelle occasioni che sono capaci di creare, da Porto Alegre a Firenze, i segni di una nuova opportunità per la crescita della democrazia e per la liberazione di tutti gli uomini del mondo.
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