Partitura d'addio

Partitura d'addio

Martin Van Vliet è una promessa della biocibernetica, e le sue scoperte sembrano destinate a proiettarlo nel firmamento dei grandi scienziati. Solo due Cose riusciranno a bloccare sul nascere la sua scintillante carriera: la morte della moglie e il malessere della figlioletta Lea. La bambina reagisce infatti al tragico evento con una chiusura al mondo che ben presto rasenta il vero e proprio disagio psicologico. Martin non esita a dedicare la propria esistenza a quella che è l'eredità più preziosa del suo matrimonio, posponendo se stesso e ogni realizzazione professionale alla figlia sofferente. Tuttavia, nonostante i mille sforzi, nulla sembra aiutare Lea a uscire dal suo muto e caparbio atteggiamento di rifiuto della realtà. Una mattina però, di fronte a una sonata di Bach eseguita da una musicista di strada, gli occhi di Lea tornano a riempirsi di vita. Il giorno stesso Martin le regala un violino e da quel momento la bambina scoprirà in sé una passione e un talento divoranti che faranno di lei una grande professionista e un astro nascente della musica. Dietro a una scelta che sulle prime era parsa la sola ancora di salvezza e l'intimo dettato del genio di Lea, si annidano però sentimenti tra padre e figlia di una drammatica complessità. E tra le mille domande che sono il tormento di ogni genitore, in Martin se ne fa strada un'altra, nuova e difficile: il genio di un figlio è un dono o una maledizione? Dopo il successo mondiale di "Treno di notte per Lisbona" Pascal Mercier, attraverso una commovente storia d'amore tra un padre e una figlia, torna ad affrontare con delicatezza e profondità il tema della fedeltà a se stessi.
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