Poesie

Poesie

Protagonista dell'avanguardia russa del Novecento, Velimir Chlébnikov, nato nel 1885, trascorse la sua breve vita in un inquieto vagabondare, afflitto dalla fame e dalla malattia. Questa raccolta di liriche, curata da un grande slavista, Angelo Maria Ripellino, che aveva anche gusto di scrittore e sensibilità di poeta, si configura come un vero e proprio viaggio di esplorazione dell'universo fantastico di Chlébnikov, nei suoi malesseri e nelle sue sorprendenti, e a volte, clownesche, illuminazioni.Grazie a una accurata scelta e ad un puntuale commento, sostenuto da una serie di documenti biografici e di rimandi letterari, Ripellino mette in luce, in un sottile dialogo con l'autore, l'aspetto missionario che ispira l'errabonda attività del poeta. Dal desolante paesaggio della guerra civile emergono, quasi paradossalmente, la visione e la favola. Ma anche la provocazione pubblica e la solitudine, le rinunce e le amarezze dell'uomo, l'inatteso riscatto espresso nel fuoco d'artificio della parola.Lo smarrimento esistenziale trova infatti in Chlébnikov un immediato slancio grazie a trovate ardite e a divertite invenzioni. Come quando si elegge capo dell'Assiociazione dei "317", detti anche Presidenti del Globo Terrestre, che adunava nelle sue file Majakovskij, Malèvic, Burljuk, in una pittoresca accozzaglia di artisti, poeti, eruditi, aviatori, politici. L'avventura di Chlébnikov si esaurirà in un villaggio del governatorato di Novgorod nel giugno del '22, dopo una febbrile e discontinua attività creativa.
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