Per sempre

Per sempre

"Se alla selezione naturale fosse stato permesso di andare fino in fondo - sostiene Bill Unwin - noi saremmo stati spazzati via da molto tempo". Il noi si riferisce alla classe di quelli che sono per lui "vecchi fossili" per eccellenza: i professori universitari. Selezione naturale e fossile sono certamente le parole chiave di questo nuovo romanzo di Graham Swift, in cui un presente grottesco (che sarebbe tragico se il senso del tragico non fosse ormai impossibile) cerca le proprie radici in un passato di difficile lettura, dove però i sentimenti che muovono l'agire umano paiono quelli immutabili di sempre.Bill Unwin ha due storie da raccontare, due vite che a distanza di un secolo gli sembrano inequivocabilmente legate. Una è la sua, una storia di sconfitte e frustrazioni affettive e professionali: il suicidio della moglie, malata di un male incurabile, ne suggella l'infelicità. L'altra è quella di un suo antenato ottocentesco, Matthew Pearce, che un giorno vide un ittiosauro fossile e credette di capire che non esisteva il Dio della Bibbia, ma esisteva forse quello di Darwin: l'Evoluzione.Da un secolo all'altro si riflette, deformato ma simile, il dolore dei due protagonisti: l'uomo vittoriano che scopre l'incrinatura del mondo perfetto in cui credeva di vivere, e l'uomo moderno la cui vita assomiglia sempre più a una povera farsa. Se mancano le risposte, infatti, non sono cambiate le domande: perché la vita? perché l'amore? perché l'infelicità?
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