Diario (1822-1863)

Diario (1822-1863)

Ammirazione per la pittura di Delacroix, affinità con le sue concezioni estetiche, interesse per il genere diario. Le ragioni per cui cinquant'anni fa Lalla Romano si appassionò al "Journal" di Delacroix sono molteplici. Comunque, la passione sfociò in lavoro, e il lavoro in un libro: una scelta antologica dell'opera, tradotta e pubblicata nel 1945 presso le edizioni Chiantore di Torino. Oggi, a distanza di tanto tempo, proprio quando Lalla Romano viene "riscoperta" e discussa anche come pittrice, riproponiamo questo libro che scava nelle sue radici: l'idea filosofica dell'arte, l'insofferenza per ogni accademia, il gusto per le narrazioni antisistematiche, fatte di lampi di vita che penetrano l'universo della quotidianità. Radici che non si sono mai perse ma anzi fortificate e chiarite con gli anni(si pensi al recente "Le lune di Hvar"). Ed è anche un'occasione, per chi non abbia letto l'edizione completa del Diario(Einaudi, 1954, in tre volumi), di "assaggiare" una delle testimonianze più suggestive della cultura francese dell'Ottocento; di passare in rassegna i grandi dipinti della storia della pittura vedendoli in azione, praticamente in tempo reale, nel momento creativo in cui provocano sensazioni e riflessioni nella coscienza di un grande artista.
Momentaneamente non ordinabile

Dettagli Libro

Libri che ti potrebbero interessare

La foglia di fico
La foglia di fico

Emilio Fede
Proscritti (I)
Proscritti (I)

Ernst von Salomon, Maria Napolitano Martone, M. Revelli, Ernst Von Salomon
L'ossessione di Brenda
L'ossessione di Brenda

Cathleen Schine, Stefano Bortolussi
Alfabeto dei fiori. Una scrittrice in giardino (L')
Alfabeto dei fiori. Una scrittrice in gi...

Francesca Marzotto Caotorta, Eleanor Perényi
L' ultima battaglia
L' ultima battaglia

Clive S. Lewis
Strega a malincuore
Strega a malincuore

Jean Thesman, Carla Katia Bagnoli
Diabolik. Il librone rosso
Diabolik. Il librone rosso

Angela Giussani, Luciana Giussani
L'occhio di Horus
L'occhio di Horus

Carol Thurston, Gianni e Matteo Montanari