A piene mani

A piene mani

Raccontare il dono, l'elargizione, l'offerta: in altre parole, il dare. E' sul dare e sul ricevere che si intesse la storia dell'umanità e si costituisce l'esperienza. Basta pensare a come si narra sia iniziata la storia dell'uomo: con il gesto di Eva, che offre il pomo ad Adamo; o, per fare un altro esempio, al valore simbolico attribuito alla maternità, quando la si pensa come "donare la vita". La stessa ampiezza semantica di quel verbo "dare", che usiamo continuamente, suggerisce una concatenazione di riflessioni.Su questo tema Starobinski interroga la storia, i testi letterari e figurativi che mettono in scena l'atto del donare. Perché in primo luogo di questo si tratta: di una recita montata con scopi precisi, siano questi l'esibizione di ricchezza e abbondanza o la provocazione dei bassi istinti di chi è pronto a tutto pur di prendere, ricevere. Il dono sancisce un'ineguaglianza, la superiorità di un uomo sull'altro, più spesso di uno sulla massa. Per questo rovina, abruttisce, contiene un lato oscuro che contraddice una morale spesso ipocrita che ha voluto attribuire al donare la patente di buon sentimento, caricandolo di un valore etico che la storia non sempre gli ha riconosciuto.Con l'agio proprio di chi è abituato a frequentare testi letterari e figurativi di epoche diverse, Starobinski ci racconta, attraverso parole e immagini, la storia di questo concetto ambiguo, dalla Fortuna pagana che regola le sorti del mondo donando a occhi bendati al principe le cui regalie sono in realtà strumento per scatenare la folla che si accalca ai suoi piedi, dall'antica sparsio, la pioggia d'oro degli imperatori romani alla moderna elemosina, valore chiave della coscienza cristiana, dall'ambiguità irrisolta che Rousseau avverte a proposito di una distribuzione di mele a dei bambini al dono che si fa spettacolo nelle pagine di Baudelaire.
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