Dell'idolatria

Dell'idolatria

Fin dai primi contatti con il mondo americano, gli spagnoli - conquistadores e missionari - non ebbero difficoltà a individuare, all'interno delle culture amerindie, un ambito religioso, fatto di templi, sacerdoti, sacrifici... Nessun dubbio per loro che questi oggetti, questi ruoli e queste pratiche fossero, in ciò che li accomunava a quelli del Vecchio Mondo, "religione"; come nessun dubbio poteva esserci che fossero falsi, distorti e spesso tragicamente blasfemi, che fossero cioè "idolatria". "Religione " e "idolatria" furono così due delle principali categorie attraverso cui i teologi spagnoli prima, e poi più in generale gli intellettuali europei, tentarono di catalogare, di comprendere e di giudicare le culture indigene americane. Con il risultato di vedere in esse nient'altro che riflessi deformati della civiltà occidentale, così come l'idolatria era specchio deformante della vera religione. In questo libro, Carmen Bernand e Serge Gruzinski uniscono le loro esperienze di antropologi e storici, di andisti e messicanisti, per attraversare lo specchio, ripercorrendo - da Las Casas all'Inca Garcilaso, da José de Acosta a Matteo Ricci, da Voltaire a Montesquieu - le alterne fortune della categoria "idolatria" come strumento di analisi antropologica dal Cinquecento al secolo dei Lumi. E' una parabola discendente, che vede l'idolatria passare da contraltare del cristianesimo a suo modello ironico, da indice di civiltà a sintomo di arretratezza mentale. Un percorso al termine del quale è inevitabile accorgersi di come la crisi del concetto di idolatria non abbia comportato la crisi della griglia interpretativa di cui esso costituiva il fulcro; e interrogarsi allora, insieme con gli Autori, sul senso delle categorie religiose utilizzate ancor oggi nella ricerca antropologica e sulle aporie prodotte dalla loro applicazione acritica.
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