Resurrection Man

Resurrection Man

In una Belfast tetra, giocata tra il grigio piombo e il nero, tra case diroccate e vie divelte, imperversa una banda di sadici tagliagole protestanti, guidate dal giovane Victor Kelly. Gli efferati delitti di cui Kelly si macchia sembrano avere il loro movente in un atroce scherzo del destino: lui, protestante e unionista, è nato con un cognome da cattolico. Attorno alle imprese via via più cruente del gruppetto, vive o forse sopravvive una città ferita innumerevoli volte. Il protagonista, cresciuto tra una madre ottusa e soffocante e un padre dagli inesplicabili silenzi, si nutre di film americani di gangster. L'unica sua realtà, insieme all'odio per i cattolici, è un immaginario filmico al quale cerca maniacalmente di adeguarsi, in carcere e fuori dal carcere, a letto con la sua donna, nei vicoli oscuri dove intercetta le vittime, nei capannoni industriali abbandonati dove mette in atto le punizioni esemplari dei cittadini politici.Esercito e polizia sembrano cauti nell'indagare e rendere note le circostanze dei ripetuti delitti; che lo scopo sia quello di strumentalizzarli per creare un clima di panico è evidente. Così, i soli ad aver conservato un minimo di umana e dignitosa voglia di capire sono due giornalisti mezzi alcolizzati, Ryan e Coppinger. Quando Coppinger muore, Ryan scopre che l'amico conservava in casa un libro insieme inutile e prezioso: uno stradario di Belfast di sessant'anni. Come se avesse sperato di ritrovare prima o poi il crocevia in cui la storia aveva preso la svolta sbagliata.
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