Diritto e verità

Diritto e verità

La democrazia non è il regime della verità. Se c'è la verità, non ci possono essere opinioni, discussioni, compromessi, elezioni, votazioni, maggioranze e minoranze, dissenso e garanzie: tutte cose senza le quali non c'è democrazia possibile, ma solo assolutismo politico. Ma la democrazia non può nemmeno essere il regime del contrario della verità, cioè della menzogna e dell'inganno. Già i classici indicavano nella frode una delle colonne, accanto alla violenza, dei regimi dispotici, dei regimi che, allora e ora, fanno violenza alle coscienze. E allora, che atteggiamento deve assumere il diritto dello Stato democratico di fronte al problema della verità? Un problema, per molto tempo, ignorato. Il diritto costituzionale si è dedicato per secoli a esorcizzare il rischio della violenza, non altrettanto il pericolo della frode nella vita collettiva.Ma come difendersi dalla menzogna pubblica senza cadere nella verità ufficiale? Questo l'interrogativo che Peter Haberle propone, in un momento nel quale diversi sistemi politici - dall'Europa orientale post-comunista al Sud Africa post-razzista - si interrogano sul loro passato e, per costruire un futuro, istituiscono "commissioni per la verità". Anche in Italia c'è chi pensa a questa soluzione per chiudere un passato che pesa, e c'è chi teme invece che, "commissionando" la verità, si voglia rendere ufficiale una nuova menzogna. Gustavo Zagrebelsky
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