Per alleviare insopportabili impulsi

Per alleviare insopportabili impulsi

Nessun narratore americano contemporaneo ha saputo rinnovare con tanta originalità - Englander ha trent'anni - quella tradizione dell'umorismo ebraico che va da Philip Roth fino a Woody Allen. Muovendosi tra la raggelata meccanica delle "comiche" da film muto e la clownerie dell'apologo jiddish, Englander mette in scena un catalogo di tic e manie degli ebrei, in una progressione di storie la cui verve comica galleggia leggera sulle grandi tragedie del popolo ebraico.Reb Yitzhak rivolge lo sguardo alla moglie solo due volte l'anno. La prima quando deve scendere nel seminterrato per tirar fuori i piatti rituali per la Pasqua; la seconda quando per sbarcare il lunario è costretto a travestirsi niente meno che da Babbo Natale davanti a una corte di ragazzini in assetto da guerra. E viene sospettato di pedofilia. Pinchas Pelovic non ha mai pubblicato una riga in vita sua. Ma quando le mura della sua stanza si aprono alla violenza della polizia staliniana, intuisce in carcere che comporrà a memoria il racconto che lo farà felice. Sessanta righe lo legittimeranno di fronte ai più celebri scrittori, compagni di prigionia, i quali a un passo dall'esecuzione si accaniscono intorno a cavillosissime diatribe talmudiche. Una sera Charles Luger viene folgorato in taxi dalla 'neshama Jiddish': è la sua anima ebraica che gli impone una grottesca riabilitazione all'ortodossia dietro la guida del primo rabbino disponibile, fosse pure un californiano scovato sull'elenco. Englander si pone in quella zona di confine in cui ogni conflitto ripete ancora e sempre la tragicommedia dell'esistenza, divisa tra legge di Dio e necessità della Storia, tra le ragioni dell'ebraismo e l'estenuata modernità di fine millennio, tra il coro delle vittime e quello dei carnefici confusi e senza volto, come goffe comparse di un film di Groucho Marx.
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