Memorie di Adriano. Seguite dai Taccuini di appunti

Memorie di Adriano. Seguite dai Taccuini di appunti

Sappiamo qual è il centro che per decenni venne considerato il fulcro essenziale delle "Memorie di Adriano": il giovane e bellissimo Antinoo e la felicità dei sensi, l'amore e il passaggio dall'appagamento alla stanchezza, il suicidio rituale di Antinoo e la conseguente disperazione dell'imperatore, la divinizzazione dell'amato, l'incolmabile vuoto. Eppure nelle "Memorie di Adriano" non era certo una storia d'amore il fine dell'autrice, concentrata nel rappresentare la vita del principe condottiero e la finale e continua introspezione. Lei stessa aveva detto: prendere questa esperienza esemplare, grandiosa e umana, e farla giudicare a lui stesso al termine della vita, malato, morente. Il punto di vista era quello della morte. Non solo la morte di Adriano imperatore, ma anche quella che aveva regnato sovrana in Europa e aveva accompagnato la durata e la conclusione di altri imperi. Non a caso l'opera esce all'inizio della seconda metà del Novecento, negli anni subito posteriori a una guerra che sconvolse il mondo, e in filigrana oggi si può ritrovare e ripensare la complessa tematica che ha avvolto la struttura del romanzo prima e dopo quei fertilissimi decenni e che si ritrova in un precipitato paradigmatico proprio qui. Marguerite Yourcenar nelle sue opere più importanti, si è sempre inserita tra gli scrittori esemplari del suo tempo, con risultati che potremmo chiamare simbolici. E' certo possibile, anzi legittimo concludere che ci troviamo davanti a un tentativo, forse tra i più concentrati ed estremi, di narrazione esperienziale, e quindi di meditazione interiore spirituale e filosofica. (Dallo scritto a fine libro di Francesca Sanvitale).
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