La vendetta

La vendetta

In questa raccolta di micro-racconti Agota Kristof parla di solitudini, fratture, alienazioni, perdite. In particolar modo la perdita violenta delle proprie origini. Ma il denominatore comune dei racconti è dato anche da un forte sentimento di attesa. Non un'attesa passiva: un'attesa vibrante, consapevole, tutta tesa al ricongiungimento, al ritrovamento del proprio passato, della propria identità. Un'attesa allucinata, anche, come quella dello scultore che aspetta un treno per il nord, pur sapendo che di treni non ne passano piú, conscio di essere statua quanto le sue sculture. Ritratti di personaggi distrutti che tuttavia tentano di conservare la dignità; perdenti che, pur consapevoli del proprio destino, perseverano in una lotta rassegnata, a volte stralunata. C'è chi si aggrappa alla promessa di una voce inaspettata all'altro capo del filo; chi si sposta dall'immobilità del proprio appartamento per rannicchiarsi all'entrata di un grande magazzino, d'inverno, e assiste all'insensato via vai del mondo approfittando delle correnti di aria calda. Vite alla deriva che cercano ostinatamente di tornare a casa, di rivedere in faccia il proprio passato. Schegge narrative che raccontano un mondo mostruosamente duro, di fronte al quale domina il senso di estraneità e di smarrimento.
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