Spazi vuoti. Ottobre-novembre-dicembre 1985

Spazi vuoti. Ottobre-novembre-dicembre 1985

Dopo "Le nozze in casa", con questo terzo e ultimo tassello della sua autobiografia Hrabal racconta, sempre attraverso la voce di sua moglie Pipsi, gli anni Sessanta. Sono gli anni del riconoscimento della sua opera di scrittore: Hrabal è osannato dai lettori, pubblica un libro dietro l'altro, viaggia all'estero, il film tratto da Treni strettamente sorvegliati vince un Oscar; sono anni di fermento e di slancio per l'intera nazione, quelli che preludono alla Primavera di Praga e che però si concludono in picchiata con l'invasione dei carri armati sovietici. Hrabal si ritrova così tra gli scrittori "in liquidazione", quelli a cui non è più consentito pubblicare: Boccioli finisce al macero. L'atmosfera di declino è potenziata dalla scomparsa di alcuni personaggi chiave per la vita dello scrittore: lo zio Pepin, il patrigno Frantisek, il grafico Boudnìk muore suicida. Attraverso le parole di sua moglie, Hrabal si mette più facilmente a nudo, rivelando ciò che si nasconde dietro la maschera dello sbruffone da osteria: le sue piccole vigliaccherie e le sue enormi debolezze, l'ambiguità nel rapporto col potere, la paura del tempo che passa, il terrore della malattia, l'orrore della morte.
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