Mostri che ridono

Mostri che ridono

Roland Nair è di origini danesi ma ha passaporto americano ed è capitano di un'agenzia di intelligence della Nato: dopo undici anni torna a Freetown, in Sierra Leone, chiamato da un vecchio amico e compagno d'armi, Michael Adriko. Adriko è un ugandese dal fascino magnetico e minaccioso, un soldato di ventura addestrato dagli israeliani, che ha combattuto tra l'Afghanistan e le tante guerre civili africane e che adesso è inseguito dall'esercito americano da cui ha disertato. Ma i berretti verdi non sono gli unici alle sue calcagna: russi, Mossad, trafficanti d'armi, tutti cercano Adriko, ma lui cosa cerca davvero? Il motivo per cui ha chiamato Nair sembra tanto pacifico quanto, conoscendo il tipo, assurdo: sta per sposarsi. La fortunata, se cosi si può dire, si chiama Davidia, una statuaria ragazza americana tanto sensuale quanto inconsapevole dell'inferno in cui sta per cacciarsi. I tre iniziano cosi un viaggio allucinante nel cuore dell'Africa equatoriale, tra Sierra Leone, Congo e Uganda, fino alle sorgenti del Nilo, per portare la nuova fidanzata nel paese d'origine di Adriko. Ma presto Nair capisce che i progetti di Adriko sono di tutt'altra natura e, se possibile, più letali di un matrimonio: o almeno è quello che si dice del traffico d'uranio. Ma anche Nair è lì per motivi tutt'altro che chiari: perché nel caos in cui il mondo precipita veloce come un aereo in picchiata, ogni doppio gioco ne nasconde altri tre. Denis Johnson ha scritto un libro incandescente, una spy story tra Conrad e Greene, un romanzo visionario e allucinatorio, attualissimo e crudele.
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