La strada per Chevreuse

La strada per Chevreuse

Un tardo pomeriggio d’estate degli anni Sessanta Jean Bosmans si ritrova per caso nella valle di Chevreuse. Qui Jean ha la sensazione di riconoscere strade, paesi, edifici. E una casa, che sembra appartenere alla geografia della sua anima... Oltre le frontiere lineari del tempo, tra ricordi risvegliati e sogni a occhi aperti, Jean si addentra nel labirinto della memoria per interrogare i fantasmi di una vita e svelare il mistero di quella casa: le sue mura custodiscono solo le ombre dell’infanzia, oppure nascondono la verità su un crimine commesso in un giorno lontano? «Forse Modiano non è mai stato così vicino a Proust nel suo modo così particolare di raccontare, di ritrovare il suo tempo perduto» (Le Monde des Livres). Chevreuse: a Jean torna in mente questa parola a distanza di più di cinquant’anni. Poi, come di colpo liberati dalle catene dell’oblio, riaffiorano i versi di una canzone che passava spesso alla radio, le immagini di una serata parigina, e ancora visi, poesie, altri nomi legati a un certo periodo della sua giovinezza, negli anni Sessanta. Così, annotando su un quaderno azzurro ogni particolare all’apparenza insignificante, Jean spera di trovare un filo conduttore che unisca quelle immagini sfocate per poter finalmente, forse, far luce sui fatti del passato. Riemerge allora Camille, che si faceva chiamare «Teschio»: era stata lei a parlare a Jean della «rete», un numero di telefono disattivato al quale rispondevano voci oscure. E sempre lei lo aveva portato per la prima volta nell’appartamento di Auteuil, ritrovo di enigmatici frequentatori. Proprio da Auteuil, un tardo pomeriggio d’estate, per una serie di casualità, Jean era partito con Camille e un’amica di lei, Martine Hayward, per la valle di Chevreuse. Durante il tragitto, e una volta a destinazione, a Jean era sembrato di aver già percorso quelle strade, e di distinguere luoghi familiari che lo riportavano a ricordi d’infanzia a lungo dimenticati. Una casa, in particolare, lo aveva colpito, quasi appartenesse alla geografia della sua anima… Ora, nel labirinto della memoria, dove tempi e spazi si confondono, Jean si propone di decifrare gli indizi lasciati da eventi e coincidenze, interrogare i fantasmi di una vita e svelare il mistero di quella casa. Era davvero un caso oppure le due donne lo avevano condotto lì con uno scopo preciso? E cosa cercavano le figure dalle molteplici identità che lo inseguivano, incalzandolo tra le strade di Parigi, scortandolo nella valle di Chevreuse, braccandolo nel Sud della Francia – forse una verità nascosta tra le mura, per l’eternità?
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