Ragazzo negro

Ragazzo negro

"Uno di quei libri - ha scritto Pavese, consigliandolo quaranta anni fa - che temprano le coscienze e da cui può nascere irresistibile l'azione ".Ragazzo negro, quasi un romanzo di formazione, è l'autobiografia simbolica di Wright, scrittore negro nato nel 1908, Mississipi, tipico self-made man della tradizione americana, dapprima sguattero, spazzino, spalatore, poi impiegato delle poste, agente di assicurazione, tragico disoccupato, infine narratore di brevi racconti da giornale, pagato pochi dollari a cartella.Un racconto aggrappato alla realtà, "vissuto alla giornata": la lenta maturazione d'un giovane solo ed arrabbiato, avido di conoscere, affamato di parole e di libri, quei libri che le biblioteche non concedevano ai lettori di colore. Vivere nelle cose, scoprire le parole come arma di liberazione: progettare la propria esistenza proiettandola verso il viaggio dell'utopia, scelta d'una fuga che non è più passiva sconfitta. "Non lasciavo il Sud per dimenticare il Sud, ma per poter un giorno o l'altro comprenderlo, per potere arrivare ad apprendere che cosa i suoi rigori avevano fatto a me, ai suoi figli. Fuggivo, in modo che il torpore della mia vita difensiva potesse svanire e lasciarmi sentire - anni più tardi e lontano da lì - il dolore che aveva significato vivere nel Sud".
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