Incontri. Due racconti (1911)

Incontri. Due racconti (1911)

In questi racconti tutto perde i propri contorni, il reale si vanifica e l'inesistente diventa quasi tangibile, ciò che si afferma con convinzione sembra falso o inessenziale mentre ciò che si evita o si nega acquista potere sulla coscienza. Tale atmosfera prepara un evento non voluto ma liberatorio. Il congiungimento di Claudine con un uomo che disprezza porta paradossalmente al 'concepimento dell'amore' per il marito, mentre la silenziosa Veronika trova appagamento solo nell'amore per la bestia (o, in una prima redazione, dell'uomo visto come bestia). Come l'irrazionale irrompe nella vita tranquilla dei personaggi, così lo stile tende a spezzare i legami logici e ad allineare percezioni interne ed esterne in libera successione. Se Musil, come egli scrisse più tardi, avesse 'continuato la linea degli 'Incontri'', sarebbe 'divenuto in qualche modo un patriarca della nuova narrativa'. Prese una via diversa, ma gli 'Incontri' restano a testimonianza di questa fase radicale che lascia forti tracce anche nell' 'Uomo senza qualità'.
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