Liberalismo e i limiti nella giustizia (Il)

Liberalismo e i limiti nella giustizia (Il)

Una società liberale non cerca di imporre un unico modo di vivere, ma lascia i suoi cittadini liberi quanto più possibile di scegliere i propri valori e i propri fini. Essa deve perciò governarsi secondo principi di giustizia che non presuppongono nessuna particolare concezione della rettitudine. Ma come si fa a trovare principi di questo genere? E se non si trovano, quali sono le conseguenze per la giustizia intesa come ideale morale e politico? Queste le domande che pone Michael Sandel nella sua acuta critica del liberalismo contemporaneo. Egli colloca il liberalismo moderno nella tradizione di Kant, e lancia una sfida alla sua espressione più autorevole costituita dall'opera di John Rawls ("Una teoria della giustizia", Feltrinelli 1982). Sandel indica i limiti del liberalismo nella concezione della persona che ne è il fondamento, e si schiera a favore di un modo di intendere la comunità più approfondito di quello accettato dal liberalismo. "L'ottimo lavoro di Sandel ci costringe a prendere sul serio la domanda: che tipo di soggetti dobbiamo essere perché il nostro parlare di giustizia abbia senso?... Egli mette a nudo le forzature e le contraddizioni di gran parte del liberalismo contemporaneo. Questa è la filosofia politica al livello al quale sempre andrebbe formulata e che ci obbliga a confrontare le nostre convinzioni morali con una migliore comprensione della natura umana" (Charles Taylor, McGill University).
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