Custodi della memoria. Tributi ad interpreti della nostra tradizione culturale

Custodi della memoria. Tributi ad interpreti della nostra tradizione culturale

Omaggio ad alcuni tra i massimi "interpreti della nostra tradizione culturale" in un fecondo dialogo di idee, sentita apologia degli studi umanistici ora nella forma del monito ora in quella mediata ma forte che dà lezione ed esempio della loro vitalità, questo libro di Ernst Gombrich è anzitutto un polifonico della Memoria, la madre delle Muse, il luogo produttivo dell'interpretazione e della creatività culturale. E' forse questa la chiave di lettura di un'opera che per la complessa unità dei rimandi, la ricchezza di fili che l'intessono, non è da considerarsi una casuale collezione di conferenze tenute nel corso degli anni, ma piuttosto un ideale albero genealogico, quasi un'autobiografia intellettuale che Gombrich tratteggia attraverso i suoi tributi (a Gotthold Ephraim Lessing, Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Lord Leverhulme, Sigmund Freud, Aby Warburg, Johann Huizinga, George Boas, Ivor Armstrong Richards, Frances Yates, Ernst Kris, Otto Kurz). Alcuni dei saggi non sono privi di rilievi critici - il testo su Huizinga, per esempio, esprime riserve sui suoi metodi d'indagine e sulle sue conclusioni; nel testo su Freud emerge come il suo rifiuto del 'modernismo' lo conducesse pericolosamente vicino alle teorie dell' "arte degenerata", formulata in ambienti decisamente ostili a Freud e a tutto ciò per cui si batteva -, ma tutti sono impregnati di simpatia, di una profnda comprensione empatica per le lotte e i dilemmi che questi "custodi della memoria", come Gombrich ama definirli, hanno affrontato, e che a loro volta hanno lasciato un'impronta sul loro lavoro.
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