Una vita di sguardi

Una vita di sguardi

Cronaca allucinata e allucinante di un'educazione femminile ad Algeri durante gli anni settanta. Una Algeri descritta come un enorme ospedale psichiatrico, nelle cui vie gli uomini si aggirano come 'sciacalli', aspettando solo di poter vedere e toccare quelle stesse donne, che il loro falso pudore vuole chiuse in casa.E le donne, in particolare la protagonista, si annoiano, sentono di essere imprigionate, di non avere possibilità alcuna di comunicare con il mondo esterno, di non poter decidere nulla sulla propria esistenza, perché tutto - e con tutto s'intende poi solo il matrimonio - è già stato scelto per loro. E' sullo sfondo di questa strana mescolanza di morale e religione, di vecchie tradizioni e nuovi valori, di ipocrisia e di violenza, di attrazione e repulsione tra uomini e donne, che si muove la protagonista di questo doloroso lamento. E poiché non può 'fisicamente' muoversi, è la sua fantasia a correre, prendendo spunto da ciò che quegli sguardi proibiti, lanciati da dietro una finestra chiusa, le rimandano. Ma anche attraverso la fantasia riesce solamente a rivedere, in una dimensione ancor più allucinata, la realtà che la circonda, senza che nulla l'aiuti a credere che il suo destino potrà essere diverso da quello di innumerevoli donne venute prima di lei. La sua sarà una vita fatta solo di sguardi.
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