La casa di Dio

La casa di Dio

Verso i medici nutriamo di solito delle aspettative. Il senso di riverenza che proviamo nasce da un nostro bisogno: immaginiamo che il loro training, l'esperienza e la santa dedizione li abbiano purgati da tutte le incertezze, le paure e il disgusto che noi sentiremmo al loro posto. Sangue, vomito e pus, senilità e demenza non li terrorizzano; trattare gli infetti e i contagiosi non li allarma. Per loro, la carne e le sue malattie sono astrazioni, oggetti casuali di diagnosi e trattamenti efficaci. Se così pensiamo dei medici e della medicina, "La casa di Dio" ci libererà da queste illusioni. Dopo un anno di tirocinio nella Casa di Dio, ospedale che raccoglie i migliori studenti di medicina, Roy Basch, distrutto dalla stanchezza e dallo stress, ripensa a questa sua esperienza. E' stato, in realtà, un anno di inferno. Retto da leggi non scritte, del tutto contrarie al giuramento di Ippocrate, l'ospedale è un parcheggio di vecchi. Per loro la medicina non può fare più nulla. Strabiliati, Roy e compagni imparano dal Ciccione - coordinatore dei tirocinanti - procedure disumane e comportamenti cinici, assistono a morti e a non morti sempre strazianti e spaventose. Quando il Ciccione sarà sostituito e si stabiliscono regole nuove e contrarie a quelle precedenti, la situazione diventerà esplosiva. Come dice John Updike, "il libro è più attuale che mai" e l'irruzione dell'Aids o dei nuovi morbi di fine Millennio non ha per nulla intaccato la grande forza avvincente di questo bestseller e l'interesse che riesce a suscitare nei lettori.
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