Essere senza destino

Essere senza destino

Gyurka non ha ancora compiuto quindici anni, quando una sera deve salutare il padre costretto a partire per l''Arbeitsdienst'. Alla domanda sul perché agli ebrei sia riservato un simile trattamento, il ragazzo rifiuta di condividere la risposta religiosa, "questo è il volere di Dio". Perché dovrebbe esserci un 'senso' in tutto ciò? Poco dopo Gyurka viene arruolato al lavoro forzato presso la Shell, e da lì, un giorno, senza spiegazione, è costretto a partire per la Germania. La sua voglia di crescere, vedere e imparare, il suo impulso vitale sono così marcati e prorompenti che trova sempre il modo di giustificare il corso degli eventi, tanto più in un mondo dove comunque domina l'arbitrio. Da qui tutto procede a piccoli, quanto inesorabili passi, in un fatale succedersi di momenti: ordini che non vengono motivati e a cui si obbedisce prima ancora di averli capiti, una serie di azioni che porta alla distruzione di sé. La sopravvivenza è solo un caso fortuito: i compagni un giorno denunciano le sue gravi ferite a un infermiere, innestando la deviazione di rotta che alla fine salverà Gyurka. "Essere senza destino" ripercorre l'esperienza dell'autore ed è uno dei libri più intensi sul mondo concentrazionario. Fascino e forza nascono dal presentare l'uomo nella sua più cruda e drammatica essenzialità, con l'ironia che può avere solo chi è scampato, il disincanto di chi non si appoggia a risposte precostituite e la saggezza che nasce da un profondo amore per la vita.
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