Donna per caso

Donna per caso

Immaginate una giovane donna. Chiamiamola Maria. Ha tutti i numeri per guardare a un futuro pieno di opportunità. Ha successo a scuola. I ragazzi la corteggiano. La famiglia fa il tifo per lei. Eppure da subito è chiaro che Maria si muove nel mondo con la singolare consapevolezza che il caso è più forte della volontà. Le cose capitano, e non c'è altro da fare che guardarle accadere. Con un misto di stupore e disincanto. Immaginate di essere accanto a Maria e di poterla seguire come un osservatore selettivo che decide cosa è importante sapere e non sapere della sua vita. A quel punto vi rendete conto che stupore e disincanto vi appartengono, e cominciate a sorridere, a ridere. A ridere della incommensurabile vacuità, stupidità, prevedibilità delle cose umane: far sesso, innamorarsi, trovare un lavoro, sposarsi, fare una famiglia, disfare una famiglia. Sorridete e ridete perché siete vicinissimi o lontanissimi, e vedete tutto con chiarezza. Jonathan Coe vi mette a disposizione un suo doppio comico- il narratore- un io solerte e meditabondo, compassato e invasivo. E' lui che vi permette di entrare nella vita di Maria, di squadrarla da ogni lato e di spiarla con compagne di college, corteggiatori, mariti, figli, con tutto quello schieramento di esistenze che chiamiamo 'gli altri'. Gli altri, ovvero una consistente parte della casualità. Ma esiste un grimaldello capace di far saltare l'apparente freddezza esistenziale di Maria? O tutto è destinato a finire com'è cominciato, vale a dire 'per caso'? La risposta è tutta nella narrazione, nell'ironia, nel gioco, nel memorabile ritratto femminile che Coe e il suo fido narratore tratteggiano con luciferina intelligenza.
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