Il cieco e la bellona

Il cieco e la bellona

"Fiorentino d'adozione ma non assimilato alla cultura fiorentina vincente degli anni Trenta, quella che ebbe a comune denominatore l'ermetismo, mascotte di "Solaria", la rivista fondata nel 1926 a Firenze da Alberto Carocci, Arturo Loria, che pure chiameremo un solariano, non accetta lo sfruttamento del mitologico serbatoio memoriale dell'infanzia... Loria arriva nei suoi racconti in veste di regista quando ormai tutto è compromesso, sciupato, gualcito... Il suo obiettivo colglie le cose e le persone dopo che hanno perduto la freschezza... C'è l'immagine della cosa, che può essere anche bella, chiara, seducente, e c'è la sovraimpressione, in cui la vita non è mai allo stato pieno, ma è sempre arrangiata, truccata, simulata... La sua modernità è tutta nella tensione esistenziale, nell'angosciosa attesa dei suoi personaggi". Così scrive Luigi Baldacci nella prefazione."Il cieco e la Bellona" fu il volume d'esordio di Loria, nel 1928: otto racconti di non dimenticabile freschezza e suggestione.
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