Ragazzi di vita. La versione inedita
La genesi di "Ragazzi di vita" è variamente documentata dalle carte d'archivio a partire dal 1950, quando dal Friuli lo scrittore si trasferisce a Roma. Il romanzo così come lo conosciamo prende una forma definitiva dopo l'incontro con Livio Garzanti nel 1954: l'editore è entusiasta del progetto e deciso a pubblicare quella che si annuncia come un'opera coraggiosa e innovativa, capace di dar voce al mondo del sottoproletariato romano, «coi suoi stracci, le sue bestemmie, il suo cinismo». Il 13 aprile 1955 Pasolini invia a Garzanti il dattiloscritto: è la fine di una lunga gestazione e l'inizio di una tormentata vicenda editoriale. Con il libro già in bozze, Garzanti è colto da «scrupoli moralistici» per gli episodi scabrosi e il linguaggio scurrile. Preoccupato della reazione dei librai, chiede a Pasolini di eliminare gli eccessi costringendolo a un sofferto lavoro di tagli e modifiche: una vera e propria autocensura che non basterà, come è noto, a evitare all'autore e all'editore un processo per oltraggio al pudore. Per settant'anni la versione emendata del romanzo è stata l'unica che abbiamo potuto leggere.
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