La goccia d'oro

La goccia d'oro

Che vale essere intelligenti se non lo si sembra?, recita un malinconico luogo comune della nostra civiltà.Dal cuore di questa civiltà, Parigi, una Land Rover arriva, un giorno, nella piccola oasi sahariana di Tabelbala. Ne scende una donna bionda, che scatta una fotografia a Idriss, un giovane pastore arabo. Idriss, però, vuole che gli venga restituita la sua immagine, di cui solo lui è il proprietario. La donna gli promette che gliela spedirà, e lui attende.Passano gli anni, nessuna fotografia è giunta da Parigi. Come molti suoi coetanei, anche Idriss è costretto a emigrare. Si reca in Francia per trovare non solo denaro e lavoro, ma anche la sua immagine, di cui non si è scordato. Ma proprio in Francia lo attende la delusione. Insieme con il trattamento di cui sono fatti oggetto i suoi compatrioti, Idriss conosce la dispersione dell''immagine, ossia dell'identità umana, annegata nel mare della apparenze. Solo fuggendo da questo mare, rifugiandosi presso un maestro di calligrafia araba, nell'oasi simbolica della propria cultura - che considera blasfemo il culto dell'immagine - egli potrà ritrovare il proprio vero volto."La goccia d'oro" unisce la crudezza del romanzo realista alla delicatezza della parabola, per farsi specchio e cifra di una realtà drammaticamente attuale: l'immigrazione e l'incontro-scontro tra culture. Contemporaneamente, la vicenda di Idriss pone una domanda che riguarda tutti: qual'è il tributo che ciascuno di noi paga ogni giorno all'impero delle apparenze?
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