Mozart. Sociologia di un genio

Mozart. Sociologia di un genio

E' opinione diffusa che la maturazione di un talento artistico sia un processo interiore che si compie nella solitudine di un destino umano, che la grande opera d'arte sia indipendente dal divenire e dall'esistere del suo creatore come uomo tra gli uomini. Nel caso di Mozart, in particolare, l'immagine dell'uomo non si accorda per nulla con l'ideale del genio. E invece proprio la miscela delle origini modeste con la frequentazione della società di corte, così come la compresenza di un grande talento e certi comportamenti infantili, sono fattori decisivi nell'evoluzione della vita e dell'arte stessa di Mozart. Sempre alla ricerca di un impiego, in una società che considera gli artisti alla stregua di servi, Mozart rompe con la corte di Salisburgo e col padre per vivere a Vienna come artista 'libero' quando i tempi non sono ancora maturi, quando non si può ancora scrivere musica per un 'mercato' (come accadrà, appena una generazione più tardi, con Beethoven).La dicotomia con cui l'uomo e l'artista sono ancora considerati e il fiorire di leggende romantiche sulla sua vita e la sua morte, sono - secondo Elias - "l'espressione di una disumanità fortemente radicata nel pensiero europeo, di un problema di civilizzazione non superato".
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