Coscienza e realtà. Una teoria della coscienza per costruttori e studiosi di menti e cervelli

Coscienza e realtà. Una teoria della coscienza per costruttori e studiosi di menti e cervelli

E' possibile costruire una creatura artificiale in grado di percepire il mondo così come lo percepiamo noi esseri umani? Come può il nostro cervello, un oggetto fisico, rappresentare il mondo esterno? La comprensione della coscienza non è semplicemente qualcosa da aggiungere a quanto già conosciamo, ma richiede la revisione dei fondamenti della nostra concezione del mondo. La coscienza è l'estrema frontiera in cui l'intreccio fra il nostro io e la realtà che ci circonda trova soluzione. Forse il soggetto cosciente e l'oggetto materiale sono due modi di interpretare una dimensione più profonda che incarna l'essenza dinamica dell'essere. In tale senso la mente cosciente di ciascuno di noi non è più qualcosa di distinto dal mondo, ma una parte di esso che acquista una sua unità intrinseca e la capacità di rappresentare. La mente non è chiusa in se stessa, costretta a sbirciare la realtà esterna attraverso i sensi, ma un frammento in espansione della realtà stessa. La mente tradizionale si trasforma così in una mente allargata, che si estende a inglobare tutto ciò di cui fa esperienza. Capire la coscienza vuol dire capire la realtà e viceversa. "Per riuscirci, dovremo forse inventare nuovi modi di guardare al cervello e alle sue attività. Dovremo anche creare artefatti che somiglino a cervelli collegati a funzioni corporee se vorremo comprendere appieno questi processi. Anche se è remoto il giorno in cui sapremo creare tali artefatti coscienti, dovremo costruire - vale a dire usare dei mezzi sintetici - prima di comprendere a fondo i processi del pensiero stesso" (Gerard Edelman e Giulio Tononi, 2000).
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