Il fisco in una statualità divisa. Impero, principi e ceti in area trentino-tirolese nella prima età moderna

Il fisco in una statualità divisa. Impero, principi e ceti in area trentino-tirolese nella prima età moderna

All'inizio dei Cinquecento l'imperatore Massimiliano d'Asburgo congiunge in un sistema comune di prelievo la contea principesca del Tirolo e i principati vescovili di Trento e di Bressanone, impegnando tre principi ad assumersi le spese della difesa territoriale e garantendo loro, in cambio, l'esenzione da ogni prestazione fiscale a favore dell'impero. Il provvedimento disegna un nuovo, complesso equilibrio tra diversi attori istituzionali, abituati da secoli alla convivenza e alla reciproca interferenza, nel quadro di una costituzione territoriale mai risolta: principe, apparato statale e ceti tirolesi da una parte; vescovi, capitoli cattedrali e corpi sociali dall'altra. Sullo sfondo, la costante attenzione verso le cose tirolesi della casa d'Austria, degli organismi di governo dell'impero, dei principi elettori e della dieta imperiale. Le sorti del sistema fiscale comune restano tuttavia ambigue: mentre la contea dei Tirolo persegue una propria fisionomia statuale, cercando di garantire al principe un sufficiente controllo fiscale del territorio, fallisce sostanzialmente la cooptazione dei vescovati - e di quello trentino in particolare. Minata alla base da forti incongruenze e condizionata da una statalizzazione a due velocità, la comunità fiscale trentino-tirolese conosce nel corso del Cinquecento un progressivo deterioramento, sfociato all'inizio del secolo successivo nel grande dibattito sulla 'separazione' dei vescovati e coronato infine - complici le difficoltà della guerra dei Trent'anni - dal lungo e aspro 'conflitto fiscale' di metà Seicento. Ciò che resta, al termine di un confronto giocato tanto in sede locale quanto di fronte alle istanze dell'impero, è un panorama di sostanziale immobilismo: nella "statualità divisa", che qualifica costituzionalmente l'ambito territoriale trentino-tirolese, il vecchio patto del 1511 continuerà a rappresentare la base ideologica e operativa della macchina fiscale almeno fino alle riforme teresiane.
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