La cultura civile in Italia: fra stato, mercato e privato sociale

La cultura civile in Italia: fra stato, mercato e privato sociale

Questo volume parte da un interrogativo: esistono nel nostro paese delle 'costellazioni simboliche' alle quali possiamo far corrispondere specifiche esperienze e pratiche sociali definibili come 'civili'? Se sì, quali sono? Che peso hanno? Come si relazionano fra loro? Quale contributo danno alla sfera pubblica? Le risposte vengono date attraverso un quadro teorico innovativo che viene verificato mediante una ricerca originale sul campo. I risultati empirici offrono indicazioni estremamente ricche e dense di implicazioni. In estrema sintesi, si può dire che esistono tre maggiori 'culture del civile': la cultura del 'privato sociale', quella di coloro che intendono la società civile come una realtà 'politica' che 'si invera' nello Stato e quella di coloro che identificano la società civile con il 'mercato'. Il volume getta una nuova luce sulla forza e la debolezza di quelle realtà che chiamiamo 'società civile'. In particolare, si evidenzia l'estrema problematicità del 'mondo associativo' in Italia, che stenta a trovare una propria identità, culturale e operativa, che lo qualifichi come un soggetto autonomo. I segnali che esso lancia sono ambivalenti e, spesso, a dir poco drammatici: si tratta di un mondo che non riesce a definire 'in proprio' il bene comune e ad organizzarsi per perseguire le proprie mete con le risorse umane, sociali e materiali che gli sono peculiari e necessarie.
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