L'intellettuale militante. Critica sociale e impegno politico nel Novecento

L'intellettuale militante. Critica sociale e impegno politico nel Novecento

Quale deve essere il ruolo del critico militante? Gli intellettuali a cui sono dedicati gli undici ritratti che compongono il volume, nell'interpretare alcuni degli snodi politico-ideologici che hanno caratterizzato il Novecento, hanno offerto altrettante declinazioni della 'vocazione all'impegno'. Benda, Bourne, Silone, Orwell, Camus, Gramsci, Simone de Beauvoir, Breytenbach, Buber, Foucault, Marcuse: stili diversi, tematiche diverse (dal tradimento degli intellettuali al movimento operaio, al femminismo, all'esilio, alla politica, alla decolonizzazione). Il rapporto che il critico sociale intrattiene con la società che viene criticata è delicato e costantemente a rischio di ambiguità, avverte Michael Walzer. Perché la sua azione sia efficace e trasformativa, decisivo è il problema della distanza: né apologeta conformista né apocalittico sdegnato, rispetto ai valori, agli interessi e al linguaggio della società di cui è testimone egli deve essere al tempo stesso interno, cioè moralmente coinvolto, ed esterno, cioè capace di dire no. Lungi dall'essere fuori moda, la figura del 'critico partecipe' si ridefinisce oggi, nel declino delle grandi ideologie, soprattutto nei termini delle tre virtù critiche necessarie per guardare in modo pragmatico e tempestivo la realtà sociale: coraggio, compassione e un 'buon occhio', inteso come prontezza morale.
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