Il destino del mare. Napoli e Venezia
«Andiamo ora a Venezia, all'avanguardia nella conoscenza europea del mondo, un attimo dopo a Napoli, che la ninfa Partenope sembra abitare per secoli se non per millenni. A Napoli ancora nei giorni in cui Lucullo costruisce un magnifico palazzo sul mare per coltivare svaghi terreni e ozii filosofici, e dopo di nuovo a Venezia, dove nelle lagune appena meno che inospitali vengono accolte da Oriente le spoglie dell'evangelista Marco. E così ancora, accompagnati dal ritmo lento e fragoroso del mare, che sia orizzonte oppure labirinto, che sia, dunque, un golfo o una laguna». Venezia e Napoli, due città uniche. Sappiamo tutto di loro. Venezia e i suoi rapporti con Bisanzio, l'Oriente, e il Nord; Napoli e le influenze greche, spagnole e francesi. Ma possiamo provare a immaginarle insieme, vederle riflesse nello stesso Mediterraneo? Egidio Ivetic e Luigi Mascilli Migliorini le raccontano guardandole da lontano. E il risultato è a tratti inatteso. Venezia, città di laguna che solca i mari, ci stupirà per la sua forza vitale: emerge dalla palude, dalle acque stagnanti, domina i fiumi e i litorali, fa dell'Adriatico il proprio golfo e poi si espande nel Levante. Napoli, che nasce dal dolore di una sirena delusa, ci affascinerà per il mistero che l'accompagna lungo tutta la sua storia, mentre il mare è da sempre nel suo orizzonte: il golfo meraviglioso raccontato, dipinto, cantato per trenta secoli. Ma da esso, quasi temendone la seduzione, la città a tratti si separa. Ecco, dunque, che nel raccontare queste due città bisogna abituarsi al ritmo alternante della terra e del mare.
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