Manuale di etnografia
"C'è qualcosa che rende il lavoro dell'antropologo simile a un mestiere, nel senso più popolare del termine: una certa propensione alla dimensione artigianale del proprio operare. [...] Recandosi sul terreno, l'antropologo osserva, guarda, ascolta, assaggia, tocca, annusa. Il suo sapere si costruisce innanzitutto su basi sensoriali, prima di arrivare a tradursi in teorie, modelli, paradigmi. Sul terreno, qualunque esso sia, il ricercatore non vede strutture, società , politica, economia. Vede gente che si incontra, parla, combatte, si scambia oggetti, produce, costruisce, mangia, si organizza, prega, vive. Perciò questo libro ha una scansione percettiva: parte da ciò che può essere osservato, per poi arrivare a dare vita, successivamente, a costrutti teorici. E questo che vuole insegnare Mauss e sebbene in molti passaggi le sue istruzioni appaiano oggi sinceramente datate, dalla lettura di questo classico si possono ancora trarre lezioni utili. [...] Come ha scritto George Marcus, uno dei padri della svolta postmodernista in antropologia: 'Questo documento, storicamente importante, riflette il periodo giovanile dell'antropologia moderna, quando le domande e i soggetti di questa disciplina dipendevano da una rigorosa raccolta di materiale dal campo di ricerca... Un'importante testimonianza dell'insegnamento di Mauss e delle speranze originarie dell'etnografia'." (dal testo introduttivo di Marco Aime). Postfazione di Marco Maurizi.
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