Diario del ritorno al paese natale. Testo francese a fronte

Diario del ritorno al paese natale. Testo francese a fronte

Aimé Césaire è nato il 26 giugno 1913 a Basse-Pointe, città della Martinica settentrionale. Non senza sacrifici frequenta prima il liceo di Fort-de-France, poi, a Parigi, la prestigiosa École Normale Supérieure. Qui incontra il senegalese Senghor e il sudamericano francofono Damas, con i quali fonda la rivista "L'étudiant Noir" (1934); in questo periodo legge con avidità Rimbaud, Lautréamont, Éluard, Gide e Proust. Nell'estate del 1935 inizia a scrivere il "Cahier d'un retour au pays natal"; è un periodo di lavoro intenso, ma anche di profonda crisi intellettuale. Rifiutato da diverse case editrici, il "Cahier" appare per la prima volta, anche se parzialmente, nella rivista parigina "Volontés" (1939); è questo l'anno in cui Césaire ritorna in Martinica, dove insegnerà al liceo di Fort-de-France; fra i suoi allievi ricordiamo Frantz Fanon. Nel 1941, con la moglie Suzanne Roussy e l'amico René Ménil, fonda la rivista "Tropiques", dove alterna poesie surrealiste ad articoli sulla negritudine. È attraverso questa rivista che André Breton, sbarcato in Martinica e in attesa di proseguire per gli Stati Uniti (1941) a causa dell'occupazione nazista, conosce la poesia di Césaire. Nel 1945 Aimé Césaire viene eletto sindaco di Fort-de-France e poi deputato al Parlamento francese, cariche che ha conservato ininterrottamente fino a metà degli anni Novanta. Inizialmente iscrittosi al Partito Comunista Francese, darà le dimissioni nell'ottobre del 1956, a causa di profondi contrasti sulla politica coloniale e sui fatti d'Ungheria, e fonda il Partito Progressista Martinicano. L'intensa attività politica non gli impedisce di continuare a scrivere; in pochi anni pubblica l'edizione completa del "Cahier" (Bordas, Paris 1947, con prefazione di Breton), nonché tre raccolte di poesie surrealiste, "Les Armes miraculeuses" (1946), "Soleil cou coupé" (1948) e "Corps perdu" (1949). Partecipa attivamente al dibattito sulla negritudine e sull'anticolonialismo, spesso in polemica con l'amico Senghor; negli anni Sessanta il "Cahier" diventa il simbolo dell'indipendenza africana. Dopo la raccolta poetica "Ferrements" (1959), Césaire decide di dedicarsi alla creazione di un 'teatro negro', strumento utile per l'emancipazione del popolo di colore, nel momento in cui si affermano i primi Stati africani indipendenti. Compone in rapida successione tre drammi ("La Tragédie du roi Christophe"; "Une Saison au Congo"; "Une Tempete"), tutti rappresentati negli anni Sessanta al Teatro la Fenice di Venezia, nell'ambito del Festival Internazionale di Prosa della Biennale di Venezia. Nel 1982 pubblica la raccolta poetica "Moi, laminaire..." In traduzione italiana sono apparse "Le Armi miracolose" (Guanda, 1962), "La Tragedia del re Christophe" (Einaudi, 1968), il "Diario di un ritorno al paese natale" (Jaca Book, 1978) e "Io, laminaria..." (Bulzoni, 1995). La presente edizione del "Cahier", che si avvale del testo a fronte, è stata completamente rivista.
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