Le baruffe chiozzotte

Le baruffe chiozzotte

"Ho scelto le 'Baruffe' perché sono una commedia collettiva, che rappresenta persone del popolo. Gente che come noi ha problemi di lavoro, che vuole trovare l'amore, gente per cui il futuro è tutto da conquistare. Gente di speranza e di lotta, che ridendo e facendo ridere commenta e mette in discussione i dogmi sociali del suo tempo." Un'improvvisata compagnia teatrale prova una commedia per il martedì grasso. La scelta cade sulle "Baruffe chiozzotte" di Goldoni, ma c'è un problema: il testo, in dialetto chiozzotto del Settecento, è incomprensibile agli attori come al pubblico. Il regista decide perciò di tradurlo in italiano moderno: ma forse non basterà adattare il linguaggio, anche il contesto andrà "tradotto", per permettere agli spettatori di godere dello humour goldoniano. "Le chiozzotte", rappresentate la prima volta nel 1762, tratteggiano la vita del popolo sullo sfondo dei canali della Chioggia settecentesca. Opera vivacissima e molto apprezzata al tempo, ritrova la sua esuberante vitalità nella riscrittura di Tullio Avoledo, popolata di invenzioni e personaggi capaci di far ridere e commuovere allo stesso tempo. Proprio come i loro antenati goldoniani. Conclude il volume, in appendice, il testo originale della commedia con le note esplicative di Carlo Goldoni.
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