Tra l'asino e il cane. Conversazione sull'Italia che non c'è

Tra l'asino e il cane. Conversazione sull'Italia che non c'è

Bloccati come l'asino di Buridano, che si lascia morire di fame, incapace di scegliere quale mucchio di paglia mangiare. E questo il ritratto dell'Italia secondo uno dei maggiori protagonisti dell'industria nazionale che, con tono partecipe - a volte disilluso ma sempre brillante - racconta al direttore del "Foglio" che cosa non va nel nostro Paese. Le storture del fisco e quelle del lavoro che non c'è; il legame profondo tra burocrazia e corruzione; la sindrome del nanismo, del "piccolo è bello", che impedisce alle imprese italiane di competere sul piano internazionale. E poi il Sud e gli interventi sbagliati e mancati per farne un vero motore dell'Italia, e i molti errori degli ultimi decenni, non solo dei politici ma anche di chi - gli imprenditori in primis - avrebbe dovuto spingere l'ammodernamento del Paese e invece si è chiuso a difendere i propri privilegi. Un quadro duro ma realistico dell'Italia di oggi. Un intervento qualificato che non fa sconti a nessuno né agli imprenditori, né alle cooperative, né alla politica - e propone alcune misure essenziali per portare l'Italia fuori dal fango e dalla palude.
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