La guerra civile o Farsaglia. Testo latino a fronte

La guerra civile o Farsaglia. Testo latino a fronte

Marco Anneo Lucano - nato a Cordova, vissuto a Roma nel I secolo dopo Cristo, suicida a ventisei anni per ordine di Nerone - è ancora sconosciuto dal grande pubblico dei lettori di poesia. Eppure non c'è stato mai poeta, forse, così amato dai suoi amici poeti. Dante sognava di rivaleggiare con lui e di superarlo; Tasso, gli elisabettiani, Shakespeare e Corneille lo saccheggiarono; Goethe se ne ispirò per uno degli episodi più grandiosi del "Faust II"; Shelley e Leopardi lo preferivano a Virgilio; e nei suoi giovani e ultimi anni Baudelaire parlava inebriato della sua "opera scintillante, melanconica, lacerante, stoica".Chi era dunque Lucano? Questo ventenne alla moda, benedetto e abbandonato dalla Fortuna, proprio mentre la gloria di Roma era al suo culmine sentì l'immensa desolazione del mondo. Quasi a capovolgere la degradazione nel suo contrario, Lucano era innamorato della grandezza: di una grandezza teatrale, intensa, scatenata, esasperata, che annuncia già quella elisabettiana. Coltivava ogni genere di prodigioso: le stelle ignote, l'etere che si incendia, la cometa che sconvolge i destini terrestri, i fantasmi, i vaticini della sacerdotessa di Delfo, le streghe che attraggono la luna e fanno profetizzare i cadaveri. Amava gli spettacoli dell'orrore, della morte e della tenebra: nessuno ha mai rapresentato battaglie terribili come le sue, nessuno ha mai descritto morti atroci e spettacolose come quelle dei soldati pompeiani uccisi dai serpenti nel deserto.Il nostro è il tempo di Lucano. Solo un 'moderno' può apprezzare la sua disperazione, la sua grandiosa fantasia che a nulla si appoggia, il suo stile breve, balenante e spezzato.Testo latino a fronte.
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