Ti voglio bene. Un itinerario spirituale

Ti voglio bene. Un itinerario spirituale

Nell'inverno del 1966 Pietro Cavallero, con tre complici, terrorizzò Milano con una rapina a mano armata ai danni del Banco di Napoli che stupì allora per sua ferocia: ben quattro passanti furono falciati dalle raffiche di mitra esplose dalla banda nel corso di una fuga pazzesca per le vie cittadine. Catturati dopo alcuni giorni, in tre - e Cavallero ne era il leader assoluto - si dichiararono 'prigionieri politici' ante litteram e accolsero la sentenza che li condannava all'ergastolo intonando un inno partigiano. Nel carcere di Porto Azzurro, però, Pietro Cavallero cominciò a riflettere su quanto aveva compiuto e si convertì al messaggio cristiano. Passarono gli anni finché l'ex-bandito incontrò l'uomo che diede un senso nuovo alla sua vita, mostrandogli come l'impegno quotidiano nell'aiuto del prossimo, il non condannare chi ha sbagliato, il tendere la mano e offirire il cuore agli ultimi e ai reietti della società sia vivere nella carne e nell'animo l'insegnamento di Cristo: Ernesto Olivero, l'animatore del SERMIG di Torino. Questo libro, in forma di lettere scritte da Cavallero all'amico e al maestro, è una toccante testimonianza di una conversione e, al tempo stesso, un ritratto vero e non edulcorato di Olivero, che è pronto a ospitare al SERMIG i reietti del mondo e che offre amore e sorriso a chi gli ostenta sospetto e avversione. Una testimonianza che non può lasciare indifferenti, che ci insegna che chi crede non può mai emettere una condanna definitiva, che le vie del Signore sono misteriose ma che bisogna cercare di avere il coraggio di percorrerle.
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