Pelle di zigrino (La)

Pelle di zigrino (La)

Pubblicato nel 1831, con vasta risonanza che lo consacrò scrittore di successo, "La Peau de chagrin" è il secondo romanzo di Balzac. Un "romanzo filosofico", avvertiva il sottotitolo originario voluto dall'autore, che in seguito inserì l'opera nella serie dei suoi "Studi filosofici". Ma accanto all'elemento teorico e dimostrativo (capace di racchiudere "la formula della vita umana", come ebbe a scrivere lo stesso Balzac in una lettera), potente è la coerenza fantastica della narrazione, esatta la sua cornice storica. Rilevando da ricche suggestioni romantiche, dal gusto delle fascinazioni orientali e dalla sua primitiva impresa speculativa, Balzac afferma in quest'opera il modello di un'esistenza che più è intensa e goduta, più si estingue. Raphael de Valentin, il protagonista, lega i suoi desideri a una pelle di zigrino magica, che possiede il potere di appagarli. Immagine fedele della sua vita, essa però si impiccolisce man mano che i desideri si avverano. L'amore sarà il piacere estremo e mortale. Nella cavità della sua moderna parabola (tanto che oggi, riguardo a quest'opera, è stato fatto il nome del filosofo rumeno E. M. Cioran), il giovane Balzac profonde la sua vita segreta e fervida di scrittore ambizioso, creando personaggi e sentimenti che costituiscono le fisionomie e le tonalità originarie e dense dell'ormai prossima "Comedie humaine". Il testo della "Pelle di zigrino" è qui accompagnato dagli apparati critici di Maurice Allem apparsi nell'edizione francese "Classiques Garnier".
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